#resistenza
Forza Ragazzi!
Un laboratorio per la resistenza culturale degli studenti
Nel corso delle ultime settimane, ci è sembrato di vedere i nostri alunni stanchi, tristi e particolarmente demotivati. Non ci è parso troppo strano, visto che è già passato un anno da quando la pandemia ha cambiato non solo il modo di fare scuola, ma ogni aspetto delle nostre vite.
In particolare, bambini e ragazzi - dai più piccoli ai più grandi - entrano ed escono dalle classi, vedono di rado nonni e parenti e hanno davvero poche occasioni di fare sport e giocare insieme.
Carlo Emilio Gadda parlava di “primevoltità” riferendosi a quelle tappe che, nell’esperienza personale, avvengono una sola prima volta e che nel nostro personale universo hanno una risonanza spettacolare: la prima festa, il primo batticuore, la prima volta sul motorino e mille altri eventi irripetibili.
La maggior parte di queste esperienze è legata all’adolescenza, l’età dei nostri studenti, e quindi ne abbiamo parlato con loro, per non dimenticare che quello che ci viene chiesto ancora adesso - portare la mascherina, rispettare il distanziamento - è faticoso, ma importantissimo. Non soltanto per difendere noi stessi dal virus, ma anche per costruire, più forte, quello che verrà dopo, dando più forza e valore a una nuova solidarietà: perché di sicuro – lo sappiamo tutti – gli effetti della pandemia saranno profondi anche quando saremo tutti vaccinati e il virus sarà debellato.
Per incoraggiarli a resistere ancora, abbiamo proposto un laboratorio creativo che ci aiutasse a riflettere su come è cambiata la nostra vita e ci permettesse di apprezzarne ancora di più la bellezza:
Il lavoro si è sviluppato a partire dallo studio di due autori lontani nel tempo, nello spazio e quindi anche nello stile delle loro opere.
Giuseppe Pellizza da Volpedo è conosciuto soprattutto per aver dipinto Il Quarto Stato, l’opera che è diventata un’icona della lotta sociale del proletariato;
Saul Steinberg, fu uno “scrittore di immagini” che si mise a disegnare maschere sulle buste di carta per il pane. Diceva: “Questa è la maschera
che mi protegge dagli altri; infatti con questa maschera io potrei parlare nella maniera più libera e divento in un modo completamente diverso”.
Il nostro laboratorio ha messo insieme parole, emozioni e maschere e da questo mash-up è nato un emozionante tableau vivant che i ragazzi hanno chiamato Il Quarto Stato Nascosto.
“Resistiamo - ci siamo detti - e rimaniamo uniti, per prepararci a riprenderci tutto il bello delle nostre vite, appena sarà possibile”.
Marcella Manco
Ilaria Gradassi
con le classi 3E e 3F della scuola secondaria di primo grado “F. Severi” di Arezzo
#ResistenzaCulturaledeiRagazzi
Ultima revisione il 17-09-2024